Proprio come in WITNESS (IL TESTIMONIO) di Peter Weir: nel ventesimo secolo, e nel bel mezzo dell'America ad un estraneo può capitare di penetrare nel mistero, e nel mondo preservato di una comunità religiosa isolata. Sidney Lumet, vecchio maestro magari anche un po' sottovalutato, ha girato un poliziesco che dimentica - per nostro gaudio - di esser tale: per una inchiesta, la poliziotta dal grilletto facile Melanie Griffith (assolutamente straordinaria) viene incaricata d'infiltrarsi nella comunità ebrea più ortodossa di New York. Incontrerà, oltre che un amore (ovviamente problematico... ) per il rabbino in erba, la rivelazione di valori e sentimenti ormai relegati nell'Antico Testamento.
Ed è proprio l'intrigo sentimentale, tradizionale zavorra dell'opera hollywoodiana, ad infondere energia e verità al film: in un'inchiesta che da pretestuosa si fa documentaria, ma mai teorica.
All'interno degli schemi tradizionali (che si fanno più pesanti nel finale) Lumet conduce la sua cinepresa non solo con ammirevole sapienza, ma con commovente generosità: sposandone la luce degli interni, i suoni degli ambienti, gli echi affascinanti di antichi contenuti che si rifiutano di farsi divorare da più recenti contenitori.